Ai giorni nostri, col progredire dei modelli di consumo, la quantità di rifiuti che si è arrivati a produrre è davvero enorme. Il loro numero è aumentato spaventosamente soprattutto a causa dei materiali organici, ai quali si aggiungono altre materie provenienti dalle industrie chimiche e siderurgiche.
Per far fronte al loro smaltimento, negli anni sono state scavate sempre più nuove discariche, alle quali si sono poi affiancati alcuni inceneritori che smaltiscono i rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura.
Nel tempo, però, è cresciuta la consapevolezza che questo modello di produzione non fosse più sostenibile e, ad oggi, è considerato come pericoloso per la sopravvivenza della Terra e di tutti gli esseri viventi.
Se un tempo si pensava che lo sviluppo dipendesse solo dalla crescita economica e dalla ricchezza che si è in grado di produrre, negli ultimi decenni l’attenzione è stata rivolta prevalentemente all’aspetto della sostenibilità sia dal punto di vista ambientale, sia che da quello sociale. L’uomo è sempre più consapevole, dunque, della necessità di attuare una forma di sviluppo sostenibile: che sappia rispondere ai bisogni del presente senza impedire alle generazioni future di soddisfare i propri.
Fino a qualche anno fa tutti i rifiuti urbani venivano depositati in discarica mentre, negli ultimi anni, si è arrivati alla conclusione che per attuare una filiera sostenibile dei rifiuti fosse utile limitare al massimo l’utilizzo di questi tipi di impianti. Nonostante queste strutture siano attrezzate per ridurre al minimo l’impatto ambientale, persistono i problemi legati alle lunghe tempistiche necessarie per la biodegradabilità dei materiali.
I maggiori problemi ambientali sono causati dalle discariche: esse provocano l’inquinamento del suolo (che ricordiamo essere una risorsa non rinnovabile) con il rischio che lo stesso contamini anche la falda acquifera sottostante. Un altro problema è rappresentato dai gas generati dalla decomposizione dei materiali organici.
A tal proposito le normative italiane hanno stabilito che in discarica si possano depositare soltanto i rifiuti “ultimi”, ossia quelli che non possono essere sottoposti ad altre forme di valorizzazione. Il resto dei rifiuti, invece, viene sottoposto a operazioni di riciclo, che prediligano il recupero delle materie prime da reinserire nel ciclo produttivo o vengono impiegati come combustibile nei termovalorizzatori, inceneritori che permettono il recupero del calore che viene impiegato poi per la produzione di energia elettrica.
Dagli scarti possono nascere nuove opportunità per attuare lo sviluppo sostenibile; per questo motivo, negli ultimi anni, sono nate numerose aziende che si occupano di aiutare piccole e grandi imprese nello smaltimento dei propri rifiuti. Il loro operato avviene tramite l’osservazione di alcune regole fondamentali necessarie per ottenere una certificazione ambientale ed ecologica:
• il rispetto delle leggi ambientali in vigore;
• il controllo e la riduzione del carico inquinante;
• la protezione del suolo e sottosuolo;
• la riduzione del consumo di energia;
• l’attività di riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti;
• la destinazione in discarica dei rifiuti non recuperabili.
Le certificazioni che devono ottenere le aziende che lavorano in questo settore per poter svolgere queste mansioni sono i certificati ISO 9000 e ISO 14001. Il primo si attiene a una serie di linee guida sviluppate dall’Organizzazione internazionale per la normazione che sottolineano i requisiti per la realizzazione di un sistema di gestione della qualità; il secondo, invece, si adegua a uno standard che fissa i requisiti di una qualsiasi organizzazione nell’attuare un miglioramento del sistema di gestione ambientale.