Inceneritori di rifiuti, si accende lo scontro politico tra Salvini e Di Maio

E’ polemica politica sul tema degli inceneritori di rifiuti, che ha fatto scendere in campo il leader dei leghisti Matteo Salvini e il leader dei 5 stelle, Luigi Di Maio. Tutto è accaduto dopo una visita di Salvini in Campania, dove ha parlato della necessità di avere più inceneritori sul territorio per lo smaltimento, facendo infuriare Di Maio.

Salvini e i 13 impianti in Lombardia

Di recente, infatti, si è tornato a parlare della situazione gestione dei rifiuti in Italia. C’è un problema di base su questo tema, poiché vi sono pochi impianti e spesso non adeguati per far fronte al troppo materiale da smaltire. Si è creata una situazione di stallo, che da un lato si presenta con cassonetti stracolmi per le vie delle città, e dall’altra parte si parla a gran voce di “emergenza rifiuti”. Tutto ciò ha una conseguenza pericolosa, che porta a incendi dolosi nei capannoni, alla presenza di discariche abusive e agli impianti sovraccaricati di materiale.

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Smaltimento Rifiuti e Sviluppo Sostenibile

Ai giorni nostri, col progredire dei modelli di consumo, la quantità di rifiuti che si è arrivati a produrre è davvero enorme. Il loro numero è aumentato spaventosamente soprattutto a causa dei materiali organici, ai quali si aggiungono altre materie provenienti dalle industrie chimiche e siderurgiche.
Per far fronte al loro smaltimento, negli anni sono state scavate sempre più nuove discariche, alle quali si sono poi affiancati alcuni inceneritori che smaltiscono i rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura.

Nel tempo, però, è cresciuta la consapevolezza che questo modello di produzione non fosse più sostenibile e, ad oggi, è considerato come pericoloso per la sopravvivenza della Terra e di tutti gli esseri viventi.
Se un tempo si pensava che lo sviluppo dipendesse solo dalla crescita economica e dalla ricchezza che si è in grado di produrre, negli ultimi decenni l’attenzione è stata rivolta prevalentemente all’aspetto della sostenibilità sia dal punto di vista ambientale, sia che da quello sociale. L’uomo è sempre più consapevole, dunque, della necessità di attuare una forma di sviluppo sostenibile: che sappia rispondere ai bisogni del presente senza impedire alle generazioni future di soddisfare i propri.

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Smaltimento Rifiuti Speciali: Ecco Come Smaltire i Rifiuti Correttamente

Ci si domanda spesso che cosa siano i rifiuti speciali e soprattutto come fare per procedere con la corretta gestione e il loro smaltimento. Di seguito andremo a fare chiarezza su questa tematica, considerando anche le ultime novità in materia, e il metodo più idoneo per trattare gli scarti nel rispetto dell’ambiente, senza causare quindi un impatto nocivo.

Che cosa sono i rifiuti speciali

I rifiuti speciali sono generalmente prodotti da industrie e aziende, e vengono differenziati rispetto a quelli urbani poiché non sono gestiti dalla pubblica amministrazione. Sono invece gestiti e smaltiti da sistemi di aziende private. Rientrano quindi nel settore “rifiuti speciali” quegli scarti che derivano da attività agricole e agro-industriali, attività di demolizione o costruzione, da lavorazioni industriali, dalla ricerca medica e veterinaria, da attività commerciali o di servizio, e da macchinari, combustibili o veicoli a motore.

I produttori di rifiuti speciali hanno l’obbligo di tenere sempre un registro di carico e scarico, che è utile per annotare le informazioni sui rifiuti, sia a livello quantitativo, che qualitativo. Il registro, che deve essere annotato entro 10 giorni lavorativi dalla produzione e dallo scarico del rifiuto, contiene tutti i dettagli e informazioni che saranno poi comunicate al Catasto.

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Caos rifiuti in Sicilia, Roghi e cumuli di immondizia in centro

E’ piena emergenza rifiuti in Sicilia, in particolare a Palermo, città che è entrata ufficialmente nel secondo step della raccolta differenziata. Nelle ultime ore, lo spettacolo a cui hanno assistito i cittadini non è stato dei migliori, tra cassonetti bruciati e strade chiuse per le montagne infinite di spazzatura. I vigili del fuoco sono stati chiamati a intervenire in diverse zone della città, proprio per fermare gli incendi che sono stati appiccati. Parliamo, per esempio di via Vincenzo Barone, piazza Magione, Via Messina Marine, via Bronte, via Lincoln e via Castellana.

Davanti a questa situazione, sono intervenute anche le forze dell’ordine, pronte a dare supporto alla squadra della Rap, che ha dovuto forzatamente intervenire con tanto di pala meccanica in zona Noce, per cercare di rimuovere i cumuli che avevano occupato e invaso del tutto la strada, per riaprire la circolazione.

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Rifiuti a Roma, La città è ostaggio di un impianto

Serve, e deve essere fatto, un bando per lo smaltimento dei rifiuti a Roma, città che oggi è “ostaggio di un unico impianto”. A dirlo è il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, il quale ha suggerito alla sindaca Virginia Raggi e al prefetto, di provare a fare un appalto.

Le istituzioni per ora si sono dovute accontentare: lo scorso 27 settembre il Comune ha siglato un accordo per utilizzare la discarica di Malagrotta. Si tratta di un contratto che ha una validità di 18 mesi, ed è stato firmato tra il consorzio Colari, che gestisce gli impianti di Malagrotta, e l’Ama.

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Gestione rifiuti Puglia: è scattata l’operazione Black Fire

A partire dal 31 agosto Legambiente Puglia è al lavoro, a Bari, sull’operazione “Black Fire” che ha permesso di arrivare al sequestro di un’azienda per la gestione dei rifiuti. La struttura era dedita alle attività di smaltimento illecito per un totale di diverse migliaia di tonnellate di rifiuti speciali. Erano composti soprattutto da materiale plastico e indifferenziato, raccolto da diversi comuni del capoluogo, e trasportati sul posto. Quest’ultimi erano riversati in zone agricole e in luoghi non autorizzati; qui venivano incendiati andando a contaminare la provincia di Foggia.

Le aree in cui venivano appiccati gli incendi sono quelle dei comuni di Foggia, San Severo, Poggio Imperiale, Apricena, Serracapriola e Carpino.

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IL CONTESTO EUROPEO ED INTERNAZIONALE

Negli ultimi anni il tema delle criticità derivanti dalla gestione dei rifiuti, dell’energia e delle risorse idriche sono divenuti centrali all’interno del dibattito mondiale, ad ogni livello: economico, istituzionale, politico e sociale.

Parlare di Ambiente significa parlare di tecnologie ambientali e di gestione delle risorse, dagli Rsu ai rifiuti industriali e speciali, alle risorse idriche, all’energia.

L’evoluzione del concetto di Ambiente si estende tuttavia sempre più a quello di Produzione sostenibile da parte delle Imprese, attente e coinvolte a riorientare a monte i processi nei diversi settori applicativi: dalla chimica alla farmaceutica, dall’industria tessile e agro-alimentare all’arredo, per utilizzare i nuovi prodotti da riciclo a seguito di riconversione industriale. Riduzione, riuso, recupero dei prodotti e delle materie, la gerarchia nella gestione dei rifiuti centra l’attenzione a monte della filiera, dove possono essere apportati cambiamenti e innovazioni nei processi produttivi, nella riduzione e nel recupero dei materiali e delle risorse energetiche e idriche.

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Rifiuti che diventano piastrelle: con l’energia solare si può!

Ha fatto parlare di se la società taiwanese Miniwiz, che di recente ha lanciato una dichiarazione / slogan alquanto spiazzante. “In trash we trust”, che letteralmente significa “Crediamo nella spazzatura”. Per spiegare il progetto innovativo dell’azienda è bene fare un salto nel passato. Circa 7 anni fa infatti Miniwiz aveva conquistato attenzione su larga scala per aver presentato un prodotto del tutto nuovo. Si chiamava Polli-Bricks, una serie di mattoni realizzati riciclando il polietilene tereftalato (pet). Il risultato? Mattoni con una forma ortogonale, un peso ridotto, massima resistenza e maneggevolezza. Ma soprattutto uno strumento simbolo dell’ecologia. Per promuoverne la validità, a Taipei è stato realizzato l’EcoARK.

Miniwiz ricicla i rifiuti per creare Trashpresso

Visto il grande successo ottenuto in passato, Miniwiz ha scelto di provarci di nuovo. Il nuovo limite che è stato superato, permette di promuovere un’altra eco-idea innovativa. Ripartendo dal riutilizzo di materiali riciclati, si punta tutto sulla produzione di nuovi oggetti che possono essere di regolare uso quotidiano. Il nuovo centro di riciclo firmato da Miniwiz ha il nome di Trashpresso e non è altro che un piccolo concentrato di sostenibilità e tecnologia di ultima generazione. Il suo funzionamento è reso possibile grazie all’energia solare ottenuta tramite degli appositi pannelli fotovoltaici che permettono di ottenere l’energia necessaria per la trasformazione dei rifiuti..

In totale autonomia permette di trasformare alcuni rifiuti come la plastica e i tessuti in piastrelle da usare per l’edilizia. I tempi di trasformazione sono estremamente ridotti. In appena 40 minuti è possibile produrre ben dieci metri quadrati di piastrelle.

Le caratteristiche tecniche di Trashpresso

Osservandolo, ha l’aspetto di un palco pronto per accogliere un concerto. Ma in realtà il suo scopo è ben diverso: all’interno di quella struttura nera e bianca, con una lunghezza di circa 12 metri, è possibile favorire la trasformazione dei rifiuti. Per il suo funzionamento che cosa serve? Poco e nulla: niente gas, niente elettricità, basta solo fare affidamento al sole.

E’ completamente autosufficiente e riesce a creare una piastrella usando solo 5 bottiglie di plastica. L’acqua che si usa all’interno dell’intero processo di trasformazione è poi riutilizzata, come tutto ciò che è utilizzato durante il lavoro.

Il co-fondatore e Ceo di Miniwiz, Arthur Huang ha spiegato che con questa macchina è possibile superare le nuove barriere nel settore energia. La prima sperimentazione è già avvenuta poche settimane fa, nella regione del NianBao Yuze. E i risultati sono stati più che positivi! Non solo funziona alla grande, ma aiuta anche a favorire l’educazione dei cittadini nei confronti dell’eco-sostenibilità.

Emergenza rifiuti a Roma, ripartono gli impianti di Aprilia

Arriva una boccata di ossigeno in termini di emergenza rifiuti della città di Roma. Ma con questo “vento lieve” vengono introdotte ancora nuove polemiche. Secondo le ultime notizie è stato confermato che gli impianti di Aprilia ricominceranno ad accogliere l’immondizia della Capitale. Questo sancisce quindi la fine del braccio di ferro durato fin troppo con la Regione.

Il caso preso in esame ha radici fondate su fatti avvenuti tempo fa: vi fu una diffida da parte della Regione Lazio che chiedeva all’azienda in questione di non accettare più il codice Cer 200108. Ciò significa mettere un secco “no” per i rifiuti biodegradabili provenienti da cucine e mense. Da quella diffida poi si è arrivati fino alla Provincia, che ora obbliga la stessa Rida a riaprire i cancelli. L’ordinanza della provincia di Latina ha quindi avuto effetto.

Come spiegato dall’amministratore Fabio Altissimi, l’azienda si è sentita obbligata a dare esecuzione all’ordinanza, e per questo ha rimandato alla Provincia ogni responsabilità civile, amministrativa, penale, ambientale e sanitaria. Tale comportamento è legato al possibile arrivo di un rifiuto non conforme ai già stabiliti limiti previsti per la legge.

Perché si arrivò alla chiusura?

Dietro la decisione di interrompere la raccolta su Roma e provincia di Latina vi è un ragionamento legato a un presupposto sbagliato, secondo la Rida, da parte della Regione. Sarebbe considerata colpevole di non aver valutato “le ultime novità ministeriali”, che hanno poi portato a una prima diffida che considera l’uscita di eventuali rifiuti non conformi da Rida. Per questo è stato richiesto di poter ottenere nuovi controlli urgenti, andando così a bloccare sul nascere il lavoro dell’impianto che avrà ripercussioni sull’impiantistica industriale.

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A Roma è emergenza rifiuti: crolla la raccolta differenziata

Sono bastati due mesi per mandare in crisi il lavoro di anni: è crollata la raccolta differenziata a Roma nel periodo tra aprile e maggio. Secondo le prime indicazioni fornite, non ancora ufficiali, gli addetti ai lavori di Ama parlano di un calo dell’1%. Il motivo? La grande emergenza romana legata alla spazzatura in strada ha provocato una scelta prioritaria che favorisse la bonifica delle strade a discapito della selezione dei materiali.

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